Dopo un 2022 difficile per il settore automotive, caratterizzato da un calo delle immatricolazioni del -9,7% rispetto all’anno precedente, il 2023 ha mostrato un’inversione di tendenza. Alla fine dell’anno, il mercato italiano dell’auto – comprendendo i veicoli con motori a combustione interna, elettrici e ibridi – ha segnato un incremento del 18,87% totalizzando, nel complessivo del periodo gennaio-dicembre, 1.572.144 immatricolazioni contro le 1.322.096 registrate alla fine del 2022. L’Italia ha retto anche a dicembre, mese in cui a livello europeo si è registrato il primo segno negativo dopo 16 mesi consecutivi di vendite in aumento.
Se in termini di volumi di auto immatricolate l’Italia è quarta in Europa su base annua, nelle elettriche “pure” è inchiodata al quintultimo posto, con il 4,2% contro il 14,6% della media UE. Peggio di noi solo Slovacchia, Croazia, Repubblica Ceca e Polonia. Un dato che, sia pure, come vedremo, in leggera crescita, continua a «non mostrare miglioramenti riguardo al forte ritardo italiano nella transizione energetica – è il commento di Andrea Cardinali, direttore generale dell’UNRAE – Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri – e il 2023 rappresenta purtroppo un altro anno perso in questa direzione».
I numeri comunque mostrano una ritrovata vitalità del mercato, anche se non si prestano a una lettura semplicistica: da un lato, i volumi delle immatricolazioni sono ancora distanti dal periodo pre-pandemico, con un calo che, rispetto al 2019, sfiora ancora il 18%; dall’altro, il settore è al centro di un cambiamento sistemico generato dagli obiettivi sempre più sfidanti posti dalle normative dell’Unione Europea. Il target della neutralità climatica, da raggiungere entro il 2050, si traduce nel divieto di vendita di motori a combustione nel 2035 e nell’obiettivo intermedio della riduzione delle emissioni, al 2030, del 55% per le auto e del 50% per i furgoni (UE, la timeline della transizione ecologica).
La strada verso una mobilità davvero sostenibile è imboccata, insomma, ma è lecito attendersi turbolenze e incertezze sul mercato. Sappiamo dove siamo, ma non possiamo prevedere dove saremo tra uno, due o cinque anni. Per questo è importante leggere con attenzione i numeri e le tendenze che suggeriscono, per poter valutare con cognizione di causa le sfide, ma anche le grandi opportunità, che attendono il mondo della mobilità sostenibile.
In questo contesto, i segnali per il mercato full electric in Italia sono timidamente positivi. Nell’arco del 2023 si sono registrate 66.276 nuove immatricolazioni di auto elettriche pure (BEV), con un incremento complessivo del 35,11%, superiore quindi alla crescita del mercato nel suo complesso.
In termini assoluti, le BEV che viaggiano sulle strade in Italia sono 220.188 (dati di Motus-E, dicembre 2023). Secondo le stime di UNRAE (giugno 2023) rappresentano lo 0,5% del parco circolante.
Se c’è un segmento che sta crescendo più degli altri, è quello dei veicoli commerciali leggeri BEV, quindi completamente elettrici (non ibridi): le immatricolazioni sono state 5.980 tra gennaio e novembre 2023. Sono stati sufficienti 11 mesi per superare di gran lunga le 4.115 unità registrate in tutto il 2022: +45,3%. È una nicchia, che conta una quota di mercato del 3,66%, ma ha dalla sua almeno due vantaggi significativi. Uno è l’ecobonus statale che, dal 2021, per i veicoli commerciali è riservato esclusivamente ai veicoli BEV. L’altro è la libertà di movimento garantita: in quasi tutti i comuni italiani, a partire dalla capitale, è consentito l’accesso gratuito alle zone a traffico limitato per i veicoli elettrici. Per artigiani e commercianti, abituati a muoversi per lavoro nei centri storici, si tratta di un vantaggio non di poco conto in termini economici e di minori incombenze burocratiche.
Note positive, quindi, non sufficienti però a tenere il ritmo dell’Unione Europea, dove il market share di tutti i veicoli BEV nel 2023 ha raggiunto il 14,6% (I dati del mercato europeo). In Italia la quota di mercato delle BEV si ferma al 4,2%, pari a meno di un terzo del resto del continente. Tutte le auto ibride (HEV) rappresentano il 36,1%, mentre le sole ibride plug-in (PHEV) hanno un peso del 4,4% tra le nuove immatricolazioni.
La classificazione delle varie tipologie di veicoli elettrici, in base al loro sistema di alimentazione, è ben spiegata nella V edizione del White Paper e aggiornata in questa edizione nella sezione “I dati del mercato europeo”.
Restando all’elettrico “puro”, l’Italia non si smuove dal fondo della classifica dei Paesi europei. Se la Norvegia, con più di 8 BEV su 10 auto immatricolate, continua a rappresentare un unicum irraggiungibile, anche la media europea del 15,7% (considerando UE, Gran Bretagna, Svizzera, Norvegia e Liechtenstein) sembra fuori portata. Con il suo 4% circa, il Belpaese è stato superato, in modo stabile, anche dalla Spagna, nella quale l’elettrico ha superato la soglia psicologica del 5% del mercato automotive.
A proposito di soglie psicologiche, una dal grande peso simbolico è stata oltrepassata in Europa: l’elettrico ha superato il diesel. Per la prima volta, infatti, nel mercato del vecchio continente si è registrato un maggior numero di immatricolazioni di auto alimentate a batteria rispetto a quelle a gasolio. Lo storico sorpasso si è registrato nel mese di giugno 2023.