White Paper sulla mobilità sostenibile - IX Edizione

Dalle flotte aziendali all’usato, un circuito virtuoso

Declinare la fiscalità delle auto aziendali immatricolate in base alle emissioni di anidride carbonica permetterebbe di avvicinare l’Italia agli standard europei e darebbe una spinta allo sviluppo di un mercato dell’elettrico usato.

Ne è convinta Transport & Environment, organizzazione non governativa che promuove a livello europeo misure per rendere i trasporti compatibili con l’ambiente, la quale su questo tema nel dicembre 2023 ha scritto un appello al Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e al Ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto.

La proposta è stata firmata anche da 12 aziende italiane o operanti in Italia: Alfen, Avrios, E-shore, Fastned, Grundfos, IKEA, One Wedge, Plus Ev-Charge, Scame, Totem Electro, Voltaage e Wallbox Chargers. L’obiettivo è quello di favorire la diffusione di veicoli a zero emissioni, aumentando così la competitività del settore automotive italiano e contemporaneamente riducendo le emissioni climalteranti e inquinanti.

Un aumento delle auto elettriche nelle flotte aziendali – sostengono i firmatari – determinerebbe in tempi brevi un incremento di veicoli full electric (BEV) nell’aftermarket, garantendo così più accessibilità a questi veicoli da parte dei consumatori. Un circuito virtuoso che può essere una delle leve per aiutare l’Italia ad abbracciare un modello di mobilità più sostenibile.

Vanno in questa direzione i nuovi incentivi auto previsti nel 2024 dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che introducono per la prima volta un contributo di 2.000 euro per l’acquisto di auto usate a basse emissioni, se contestualmente si rottama una vettura inquinante.

I numeri delle auto aziendali e dell’usato elettrico

Ma veniamo ai dati. Quante sono le auto aziendali in Italia? Transport & Environment ha stimato, sulla base di dati Dataforce del 2022, che la “flotta aziendale nazionale” ammonti a 1,56 milioni di autovetture. Considerando un parco circolante totale formato da 38,81 milioni di vetture (stima UNRAE del 2021), le flotte aziendali ne rappresentano il 4%. Ma in termini di immatricolazioni annuali, le auto aziendali rappresentano il 34,3% delle nuove targhe (dati UNRAE sul 2023, somma di noleggio a breve e a lungo termine e mezzi intestati a società ed enti). Più di un’auto su tre viene immessa nel mercato ogni anno da un’azienda.

Ma quanto sono “elettriche” le flotte aziendali italiane? Nelle immatricolazioni del segmento BEV, le elettriche “pure”, le auto aziendali hanno una quota ancora più ampia: il 39% nel 2023 secondo i dati di Motus-E, di cui il 26% appannaggio di società di noleggio a lungo termine, il 9% di flotte aziendali e il 4% di noleggio a breve termine.

Distribuzione vendite BEV per canale nel 2023

Si tratta inoltre di un segmento decisivo perché queste auto percorrono in media, stima Transport & Environment, quasi il doppio del chilometraggio annuale rispetto ai veicoli privati: 23 mila contro 12 mila chilometri. Per questo è anche molto più veloce il ritmo di sostituzione: dopo un periodo di possesso di 36-48 mesi, circa un terzo della media di possesso per le auto private, solitamente le auto aziendali vengono rivendute nel mercato dell’usato.

Un mercato, quello dell’usato elettrico, che stenta però a trovare una dimensione significativa. Nei primi 10 mesi del 2023 è rimasto inchiodato a una quota dello 0,5% del totale dei trasferimenti di proprietà, addirittura in calo rispetto allo 0,6% registrato nell’ottobre 2022. In cifre assolute, si tratta di circa 11 mila auto elettriche scambiate. Numeri simili per le ibride plug-in (PHEV) ferme allo 0,6%. Eppure l’usato elettrico conviene: secondo una ricerca di CarVertical, società specializzata nel raccogliere dati sul settore automotive, dopo 5 anni il valore residuo di una BEV è del 53,9%, contro il 76,4% di un’auto a benzina e il 62,8% di una a diesel.

I vantaggi del noleggio

Se la “fase 2”, ossia l’usato, non ingrana ancora, la “fase 1”, cioè l’auto aziendale, si affida spesso alla soluzione del noleggio. In Italia, secondo l’ultimo rapporto (maggio 2023) di ANIASA – Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio della Sharing mobility e dell’Automotive Digital – il noleggio «è il miglior acceleratore sia della rotazione del parco circolante, sostituendo la flotta gestita ad una velocità pari a 2,5 volte quella derivante dal tasso di sostituzione medio (10 anni), sia della transizione energetica, proiettando la collettività verso sistemi di alimentazione alternativi ed in linea con la transizione, verso l’elettrico puro». Ad oggi la flotta a noleggio italiana è «per il 30% elettrica ed ibrida» e ha emissioni di CO2 «inferiori in media del 20% rispetto a quelle del circolante nazionale».

Le flotte aziendali elettrificate garantiscono in media anche un vantaggio economico, secondo Geotab, multinazionale attiva nel settore della gestione smart delle flotte, in uno studio pubblicato nel settembre 2022. Analizzando 46 mila veicoli commerciali leggeri e auto di 1300 flotte in 17 Paesi europei tra cui Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, la società ha calcolato che quasi 6 veicoli a combustione interna su 10 potrebbero essere sostituiti con un mezzi elettrici, garantendo un risparmio medio di 9.508 euro sul costo totale di proprietà (CTO) per ciascun veicolo. Tale minore spesa, spalmata su sette anni, deriverebbe principalmente dai risparmi sul carburante, stimati in 6.153 euro nel passaggio da motore termico a BEV, e sulla manutenzione.

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