White Paper sulla mobilità sostenibile - IX Edizione

Il volo sostenibile decollerà davvero?

Il trasporto aereo nel 2022 è stato responsabile del 2% delle emissioni di CO2 a livello globale, tornando a un livello pari a circa l’80% delle emissioni pre-pandemia. Le compagnie aeree puntano sul SAF (Sustainable Aviation Fuel), un carburante che, come spiega la IATA, International Air Transport Association, che riunisce circa 320 compagnie aeree in tutto il mondo, può essere prodotto a partire da materie prime non fossili, tra cui oli e grassi usati, rifiuti e prodotti agricoli non di uso alimentare, oppure sinteticamente tramite un processo che cattura il carbonio dall’aria.

Emissioni di gas serra nel settore dell’aviazione in Italia e EU27 tra il 1990 - 2021
Aviazione internazionale
Aviazione domestica

La tesi dei big del settore è che il SAF sia la soluzione di transizione, che consentirebbe loro di continuare a operare fino a quando gli aerei elettrici e a idrogeno diventeranno una realtà diffusa. Una realtà a cui già l’Unione Europea mostra di credere, avendo fissato l’obiettivo di avere in ogni aeroporto del continente, nel 2030, postazioni di ricarica per gli aeromobili (Gli obiettivi di decarbonizzazione per auto, camion e bus).

Molte compagnie aeree europee – tra cui Virgin, British Airways e Air France – hanno dichiarato di voler utilizzare il 10% di SAF entro il 2030, e lo sforzo del settore per raggiungere l’obiettivo emissioni “net zero” entro il 2050 si basa sull’aumento di questa quota al 65%.

Tuttavia, l’obiettivo del 2030 sembra impegnativo per i piccoli volumi di SAF disponibili e il suo costo elevato, attualmente da tre a cinque volte superiore a quello del normale carburante per aerei. Nell’ottobre del 2023 Luis Gallego, amministratore delegato di IAG – International Airlines Group – a cui fanno capo importanti compagnie tra cui British Airways e Iberia, ha dichiarato che al 90% le compagnie non riusciranno a raggiungere l’obiettivo minimo fissato dall’Unione Europea in fatto di carburanti alternativi. Quest’ultima ha stabilito che entro il 2025 la quota di SAF dovrà essere pari al 2% del carburante utilizzato dai voli in partenza dagli aeroporti comunitari.

Lo scenario di un volo 100% SAF, nel frattempo, è già stato sperimentato. Un Boeing 787 di Virgin Atlantic è decollato dall’aeroporto di Heathrow di Londra il 28 novembre alle 11.30 locali ed è atterrato con successo al JFK quando a New York erano le 14.50 con a bordo il fondatore della Virgin Atlantic Richard Branson, l’amministratore delegato della compagnia aerea Shai Weiss e il ministro dei trasporti britannico Mark Harper. L’aereo della compagnia era alimentato al 100% da un carburante composto principalmente da olio da cucina usato e prodotti a base vegetale. Tuttavia l’effettiva sostenibilità di un modello del genere è discutibile, in quanto i SAF rilasciano comunque carbonio nell’atmosfera (anche se si stima con un tasso del 70% in meno rispetto ai carburanti convenzionali) e hanno costi di produzione molto alti.

Una critica che viene mossa al SAF è che i terreni utilizzati per le colture destinate alla produzione di carburante dovrebbero essere invece utilizzati per produrre colture alimentari, inoltre se da un lato i nuovi SAF offrono un modo per riutilizzare l’olio esausto da cucina che altrimenti rimane un rifiuto da smaltire, dall’altro si sostiene che anche la raccolta di grandi quantità di olio esausto sarebbe insufficiente a soddisfare la domanda di carburante per aerei. Secondo gli esperti ambientali, per ora un modo sicuro per ridurre le emissioni prodotte dall’aviazione è ridurre la quantità di voli.

Alla frontiera dell’innovazione, intanto, si affacciano i primi modelli di “aero taxi” a decollo verticale: un nuovo modello di mobilità aerea avanzata, che permetterà di spostarsi su brevi tratte su mezzi alimentati da energia elettrica. Ne ha parlato in una puntata del podcast “Scenari” l’esperto di innovazione Alberto Mattiello, intervistando Katia Riva, Chief Sustainability e Innovation Officer di Mundys, e Carlo Tursi, Ceo di UrbanV, società fondata da Aeroporti di Roma (del gruppo Mundys), Gruppo Save, Aeroporto di Bologna e Aeroporti della Costa Azzurra.

La mobilità aerea avanzata ha attratto, negli ultimi anni, un ammontare di investimenti a livello globale di circa 8 miliardi di dollari mostrandosi come un settore molto promettente. Si tratta di veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale, come se fossero un incrocio tra un elicottero e un drone con delle piccole eliche posizionate sopra la cabina. Questa tecnologia permette di sollevarsi senza bisogno di una pista e di farlo in modo molto più silenzioso. Ma quanto è lontana questa tecnologia? Meno di quanto si pensi. UrbanV e Gruppo Mundys stanno lavorando proprio per fare in modo che l’Italia sia la prima al mondo a poter far usufruire il pubblico di questi “aereo taxi”. Il piano è che entro la fine del 2024 a Roma sia attivata una prima sperimentazione di questo servizio di trasporto.

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