White Paper sulla mobilità sostenibile - IX Edizione

Nuove strategie di sviluppo: il futuro è di sharing e flotte?

Il mercato dell’automotive sta attraversando una rivoluzione senza precedenti. L’esigenza di conciliare sostenibilità, evoluzione tecnologica e nuove abitudini di consumo sta ridefinendo le regole del gioco. Questo cambiamento epocale offre opportunità e sfide per aziende, governi e cittadini, chiamati a immaginare un futuro della mobilità condiviso e innovativo.

Sostenibilità: il futuro dell’auto privata è in dubbio

L’urgenza di ridurre le emissioni globali e rispettare gli impegni del Green Deal europeo richiede una rapida transizione verso veicoli elettrici e tecnologie pulite. Tuttavia, garantire il trasporto individuale in un mondo sostenibile non è un’impresa semplice. La produzione su larga scala di veicoli elettrici pone interrogativi sulle risorse necessarie, in particolare per le batterie al litio e cobalto, materie prime la cui disponibilità è limitata e di non facile accesso. Queste risorse, unitamente al nichel, sono già al centro della nuova “corsa all’oro” del ventunesimo secolo. Per superare questa sfida, si rende necessaria una svolta verso l’economia circolare, favorendo il riutilizzo e il riciclo dei materiali. Ma anche lo stesso concetto di possesso individuale dei veicoli potrebbe essere al tramonto.

Il nuovo volto della mobilità

La proprietà di veicoli privati sta progressivamente lasciando spazio a un modello basato sulla condivisione che trova proprio nell’elettrificazione dei trasporti un alleato, come ha ben spiegato il professor Sergio Savaresi del Politecnico di Milano nella VIII edizione del White Paper sulla mobilità sostenibile.

La diffusione di car sharing, piattaforme di noleggio a lungo termine e soluzioni multimodali come la Mobility as a Service (MaaS) stanno trasformando il modo in cui ci spostiamo, aprendo una riflessione profonda sulle differenze tra un modello basato sulla proprietà e uno basato sul possesso del mezzo. Su questo fronte, l’Italia ha a disposizione quasi 47 milioni di euro (40 nell’ambito del PNRR e 16,9 milioni aggiuntivi stanziati dal Fondo Complementare) per il finanziamento di progetti di sperimentazione in ambito MaaS.

L’integrazione tra trasporto pubblico e privato rappresenta un’opportunità unica per ridurre il traffico urbano e le emissioni, migliorando al contempo la qualità della vita nelle città. Allo stesso tempo, per massimizzare i benefici, è essenziale sviluppare città intelligenti, in cui infrastrutture digitali e fisiche lavorino in sinergia.

Il ruolo delle imprese

Le aziende del settore automotive si trovano di fronte alla necessità di ripensare i loro modelli di business. Oltre a investire in ricerca e sviluppo per veicoli elettrici e a guida autonoma, stanno emergendo nuove strategie per trasformare l’automobile da bene a servizio. Un esempio emblematico è l’incentivazione delle auto aziendali in chiave sostenibile: aziende e fleet manager possono puntare su soluzioni di noleggio che prevedano il riutilizzo dello stesso veicolo attraverso più cicli di vita, riducendo gli sprechi e massimizzando l’efficienza.

Considerando tutte le tipologie di alimentazione, Motus-E rileva come nel 2024 in Italia le immatricolazioni dei privati si siano attestate al 58,5% del totale, mentre le flotte aziendali hanno coperto il 5,3% del mercato (la quota rimanente è così ripartita: il 10,7% alle autoimmatricolazioni e il 25,5% alle società di noleggio a breve e lungo termine). Per quanto riguarda le auto elettriche, il 53,6% delle immatricolazioni è stato effettuato da privati, mentre le flotte aziendali hanno rappresentato l’8,4% (la quota rimanente è così ripartita: il 9,2% ad  autoimmatricolazioni e concessionari e il 28,8% ai noleggi a breve e lungo termine). Dunque l’elettrico ha un maggiore appeal presso le aziende rispetto alle soluzioni fossili. Tra i casi concreti, Daimler Mobility, società proprietaria del marchio Mercedes Benz, ha introdotto soluzioni innovative per il noleggio a lungo termine di auto aziendali elettriche. L’obiettivo è l’estensione del ciclo di vita dei veicoli attraverso manutenzione avanzata e programmi di riutilizzo.

Le partnership strategiche sono un altro elemento chiave. Collaborazioni tra case automobilistiche, aziende tecnologiche e governi possono accelerare la transizione, creando sinergie che permettano di abbattere i costi e migliorare l’accessibilità dei veicoli green. In parallelo, molte aziende stanno ampliando la loro offerta includendo soluzioni per la mobilità condivisa, che rappresentano una risposta concreta alle esigenze delle nuove generazioni. Su questo aspetto interessante è il programma Hyundai Hydrogen Mobility, che ha visto la casa automobilistica coreana collaborare con diverse aziende internazionali (come la canadese Next Hydrogen Corporation) per introdurre flotte di automobili alimentate a idrogeno.

 

Distribuzione vendite BEV per canale nel 2024

La lenta ma costante crescita dell’usato elettrico

Le flotte aziendali sono legate a doppio filo a un altro tassello importante per la costruzione di un più ampio mercato dell’auto elettrica in Italia, perché è proprio grazie a esse che periodicamente viene immesso nel mercato secondario un numero di veicoli pronti ad essere acquistati a prezzi decisamente inferiori rispetto a quelli nuovi. Il mercato dell’usato, per quanto ancora dominato da auto alimentate a benzina e a diesel, vede in lenta ma continua crescita le opzioni elettriche (EV) e ibride, che secondo i dati di Carfax rappresentano rispettivamente l’1 e il 5% dei veicoli usati acquistati. La grande maggioranza delle auto elettriche usate italiane vengono ancora acquistate da concessionari all’estero: è il destino dell’80% delle auto elettriche usate nei primi 10 mesi del 2024, secondo una stima del centro studi AutoProff. Destinazione principale: il Nord Europa, dove il mercato dell’usato sostenibile è molto più sviluppato che da noi. I margini di crescita, insomma, sono ampi.

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