White Paper sulla mobilità sostenibile - IX Edizione

Francesco Naso (Motus-e): «La via elettrica è segnata, ora un cambio di passo culturale»

Apriamo questa IXa edizione del white paper con un’intervista a Francesco Naso, segretario generale di Motus-E, l’associazione italiana costituita su impulso dei principali operatori industriali dei settori automotive ed energia e del mondo accademico per favorire la transizione energetica nel mondo dei trasporti. A lui chiediamo di commentare i risultati del 2024 sul fronte dei sistemi innovativi di mobilità e di delineare le direttrici su cui lavorare per accrescere anche nel nostro Paese una cultura della mobilità elettrica e una consapevolezza dei suoi benefici economici e ambientali della.

Il 2024 è stato un anno dolce amaro per la mobilità elettrica: doccia fredda o normale dinamica per un settore che sta crescendo?

Non parlerei sicuramente di doccia fredda, perché le immatricolazioni di veicoli elettrici continuano a crescere a livello globale e il rallentamento a cui abbiamo assistito in Europa non è una sorpresa per gli addetti ai lavori. In parte, infatti, è frutto di come sono state disegnate alcune politiche europee relative al settore e in particolare il regolamento sulla CO2, che si rifletterà con ogni probabilità in una nuova accelerazione delle immatricolazioni elettriche nel 2025.

Guardando all’Europa c’è un altro elemento da considerare. La frenata dell’elettrico è legata a doppio filo all’andamento del mercato tedesco, che ha visto un improvviso stop agli incentivi, peraltro dettato da questioni più burocratiche e tecniche che politiche. Quello che è interessante osservare è che nonostante una fisiologica contrazione del mercato BEV, in Germania la quota di mercato delle auto elettriche, anche senza agevolazioni, è rimasta sopra al 13% nel 2024, a riprova del fatto che superata una certa soglia di market share l’elettrico riesce a diffondersi molto più facilmente, grazie al passaparola e alla percezione di quanto questa tecnologia non sia solo il futuro, ma sia già il presente. In questo senso, in Italia serve assolutamente un cambio di passo.

Ci puoi dire qual è l’elemento che più ti preoccupa del mercato italiano e quale invece rappresenta un segnale promettente per il futuro?

Sicuramente un aspetto su cui occorre un grande impegno condiviso è quello “culturale”. Ancora oggi circolano tante, troppe fake news relative alla mobilità elettrica, che contribuiscono a far rimanere il Paese ancorato al passato, comportando dei rischi da non sottovalutare sul fronte della competitività internazionale. Purtroppo, come spesso avviene nel nostro Paese il tema è stato in un certo senso ideologizzato, alimentando i soliti scontri tra guelfi e ghibellini, mentre di fronte a quella che è una grande transizione tecnologica servono pragmatismo e visione industriale. Come associazione dedichiamo grande attenzione a questo tema attraverso le diverse attività divulgative che compongono il progetto Facciamo Chiarezza, ma occorre che tutti remino nella stessa direzione, per il bene del Paese.

Per fortuna comunque non mancano anche elementi di ottimismo, come l’arrivo sul mercato di numerosi modelli elettrici entry level nei segmenti A e B, le cosiddette utilitarie, che sono tradizionalmente i segmenti più venduti in Italia. Questo aiuterà senz’altro il mercato a svilupparsi, anche perché già oggi ci sono centinaia di migliaia di automobilisti che potrebbero passare all’elettrico con importanti vantaggi, anche economici. In più, sembra che l’Europa voglia finalmente muoversi per stimolare l’elettrificazione delle flotte aziendali, che rappresentano un canale sempre più importante, anche per alimentare il mercato dell’usato elettrico. Su questo sarebbe importante intervenire anche a livello nazionale, agendo sulla leva della deducibilità. Insomma, le cose da fare non mancano, ma anche grazie a un’infrastruttura di ricarica all’avanguardia possiamo dire che la direzione intrapresa dal Paese sia quella giusta. Ora però serve più impegno da parte di tutti.

Quanto pesano gli equilibri geopolitici sul futuro dell’auto elettrica?

Sicuramente le dinamiche geopolitiche incidono su questa industria, ma la strada è stata tracciata e la direzione ormai è ben chiara a tutti. La priorità assoluta per l’Europa è quella di accelerare sul fronte tecnologico perché siamo nel pieno di una competizione globale. I macro blocchi cinese e americano continueranno a spingere in questa direzione e non possiamo rimanere indietro. Anche perché mobilità elettrica e batterie rappresentano la base su cui si costruirà l’industria del futuro.

Guida autonoma, auto connesse e intelligenza artificiale applicata ai trasporti passano fatalmente attraverso l’elettrificazione dei veicoli, che saranno persino la base della robotica umanoide. Chi pensa di potersi difendere guardando solo al passato commette un errore di valutazione enorme. Come emerge chiaramente anche nel report Draghi sulla competitività europea, siamo nel pieno di una guerra di innovazione in cui non si può pensare di rimanere indietro.

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