Il 2024 rappresenta un anno cruciale per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici in Italia. Al 30 settembre, il Paese conta 60.339 punti di ricarica pubblici, con una crescita del 28% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente: 13.111 le nuove strutture installate nei 12 mesi.
Questo risultato è stato ottenuto grazie a un’espansione capillare della rete e a un forte incremento dei punti di ricarica veloci e ultraveloci, che rappresentano ormai il 49% delle nuove installazioni degli ultimi 12 mesi. Nello specifico, sono 48.237 i punti con potenza inferiore ai 50 kW, la quasi totalità delle infrastrutture sul suolo nazionale, a cui seguono 8.536 punti con potenze comprese tra 50 e 149 kW e solo 3.566 punti ultraveloci (con una potenza superiore o uguale ai 150 kW).
La distribuzione delle infrastrutture mostra una concentrazione maggiore nel Nord Italia, che accoglie il 58% dei punti di ricarica totali, seguito dal Centro (20%) e dal Sud e le isole (22%). Parallelamente, i punti di ricarica autostradali sono triplicati in due anni, passando da 310 a 1.057, ma solo il 42% delle aree di servizio autostradali è attualmente dotato di infrastrutture di ricarica.
Per comprendere meglio i dati è utile chiarire alcune definizioni fondamentali:
Nel 2024, secondo i dati di Motus-E, l’Italia conta 60.339 punti di ricarica pubblici, con un incremento di 13.111 unità rispetto al 2023. Tra le regioni più in crescita emerge l’Emilia-Romagna, con una crescita percentuale del 139,73%, dovuta all’aggiunta di 2.884 nuovi punti di ricarica, per un totale di 4.948 nel 2024. Questo risultato pone la regione al primo posto per capacità di espansione delle infrastrutture. Bene anche l’Umbria, con un incremento del 68,34% (341 nuovi punti di ricarica), e il Molise (+63,08%), che si collocano tra le regioni che hanno fatto meglio in termini di crescita relativa.
La Lombardia si conferma al vertice in termini assoluti, con un’aggiunta di 3.593 punti di ricarica, portando il totale a 11.687 nel 2024, il valore più alto a livello nazionale. Seguono Lazio (6.217, +1.659 nuovi punti), e Piemonte (6.035, +1.322). Molto significativa la crescita della rete in Campania, che tocca 3.948 punti, in crescita di 1.550 unità, a conferma della crescente attenzione verso l’espansione delle infrastrutture nelle regioni più densamente popolate.
D’altro canto, la Valle d’Aosta registra la crescita percentuale più modesta (+16,39%), aggiungendo appena 90 punti di ricarica rispetto al 2023. Anche la Basilicata si colloca tra le ultime, con un incremento del 22,65% (+65 punti). Questi dati evidenziano una disparità nello sviluppo delle infrastrutture, con alcune regioni che stanno accelerando più rapidamente rispetto ad altre.
Questo quadro suggerisce che, sebbene i progressi siano evidenti a livello nazionale, è necessario un maggiore supporto per le regioni che mostrano ritardi. Il rafforzamento dell’infrastruttura di ricarica rimane un elemento cruciale per incentivare l’adozione dei veicoli elettrici e favorire una transizione energetica più equa e sostenibile in tutto il Paese.
Nonostante i progressi, permangono alcune criticità. La distribuzione territoriale continua a privilegiare le regioni settentrionali, e le autostrade, pur migliorate, necessitano di un ulteriore potenziamento. Inoltre, l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per le infrastrutture di ricarica ha mostrato risultati altalenanti: se da un lato sono stati finanziati progetti per 4.718 infrastrutture urbane, dall’altro nessuna proposta per le superstrade e le autostrade è stata approvata nel primo bando.
L’Italia si trova ancora in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, ma il trend è positivo. Con il target del PNRR di oltre 21.000 punti di ricarica rapida entro giugno 2026 e nuovi incentivi, come il “Bonus colonnine” per imprese e professionisti, si punta a colmare il divario. Il 2024, dunque, rappresenta un passaggio chiave per lo sviluppo della rete di ricarica in Italia. La sfida è trasformare il ritmo di crescita in una copertura uniforme ed efficiente, capace di rispondere alle esigenze di una transizione ecologica sempre più urgente.