Il turismo è un settore economico sempre più rilevante per l’Italia: nel 2023 ha generato un valore aggiunto di 368 miliardi di euro, pari al 18% del prodotto interno lordo considerando le ricadute dirette e indirette, come rilevato dall’Università Tor Vergata. Questo valore non si misura solo in termini economici, ma ha conseguenze più profonde. Il turismo è anche un driver di innovazione tecnologica e culturale, un ambito in cui sperimentare soluzioni e immaginari legati a nuovi stili di vita sostenibili, che possono poi estendersi a tutta la comunità nazionale anche attraverso leve come quella della mobilità elettrica.
Insomma, un laboratorio di futuro, che contribuisce a dare all’Italia una centralità geopolitica, in un contesto in cui il soft power ha una rilevanza crescente nelle relazioni internazionali e i rapporti con i vicini di casa europei sono tanto strategici per i flussi turistici che coinvolgono il Bel Paese. È con questo spirito che abbiamo deciso di dedicare una sezione di questo White Paper a un approfondimento verticale sul turismo.
Apriamo questa riflessione con un’intervista a Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria e persona di grande esperienza nel settore. Un dialogo a tutto campo, dalla destagionalizzazione all’upgrade infrastrutturale, fino alle best practice che indicano la direzione da seguire per rendere il turismo un vettore di sostenibilità, oltre che di opportunità di business.
Per i prossimi quattro anni si prevede che il mercato globale dei viaggi crescerà più velocemente dell’economia mondiale con un tasso d’incremento compreso tra il 6% e il 10%. Gli ultimi due anni sono stati tra i più caldi di sempre e il turismo è una delle attività di interesse Paese maggiormente esposte per il quale si rivela necessario analizzare e misurare l’impatto dell’emergenza climatica nei comportamenti della domanda di viaggio e dell’offerta di turismi, e contemporaneamente contribuire, su base di dati oggettivi, alla messa a punto di nuovi modelli di lavoro per imprese e destinazioni turistiche individuando nuove opportunità.
Una nuova visione, dunque, che necessita in ragione delle rinnovate esigenze del mercato turistico di una programmazione economica pluriennale attraverso una strategia lungimirante. Promuovere lo sviluppo del sistema turistico italiano, ponendo al centro la sua qualità, sostenibilità e accessibilità, è l’obiettivo verso cui far convergere le forze di tutti gli attori del settore. È importante lavorare per fare di transizione ecologica e sostenibilità ambientale reali fattori di crescita e di competitività. Non solo, ma le città più turistiche del mondo sono alla ricerca di modi per massimizzare l’impatto positivo del turismo e minimizzare gli aspetti negativi. È fondamentale coinvolgere le comunità nel ridurre la congestione turistica, destagionalizzare i flussi turistici, pianificare e rispettare i limiti di capacità delle destinazioni.
L’Italia ha capito che il turismo lento e sostenibile rappresenta il futuro e si sta impegnando per promuovere questo settore dando risalto ai piccoli borghi, lanciando iniziative a favore dell’escursionismo naturalistico, del cicloturismo e dei cammini religiosi: tutte nuove modalità di far vacanza all’insegna della sostenibilità per assecondare un turista che in pochi anni è profondamente cambiato.
Il cicloturismo non è più un fenomeno di nicchia, ma una realtà consolidata in costante crescita, un autentico motore di sviluppo per i territori ed elemento attrattore di un turismo qualificato che dopo la pandemia ha vissuto un momento di grande successo.
La natura del tessuto turistico e territoriale dell’Italia richiede però una politica infrastrutturale in grado di orientare i flussi di visitatori sulla molteplicità di destinazioni e una politica infrastrutturale per la mobilità che sia al servizio del turismo in un’ottica di sviluppo sostenibile.
È evidente, inoltre, la necessità di costruire, mediante un sistema di accessibilità fluente e intermodale, itinerari che coinvolgano anche le località più periferiche per facilitare il decongestionamento delle grandi mete turistiche e valorizzare le innumerevoli nostre “ricchezze minori”. Trasporto pubblico, piste ciclabili e veicoli in condivisione: la multimodalità è la strada verso una mobilità sostenibile. È fondamentale quindi integrare sempre più i vari sistemi di trasporto, in modo che risultino interconnessi tra di loro, grazie anche al web e all’infomobilità.
L’Italia conta 58mila chilometri di itinerari cicloturistici, ha un potenziale straordinario fatto non solo di piste ciclabili, ma anche di decine di migliaia di chilometri di strade comunali e provinciali scarsamente utilizzate che, con piccoli interventi di segnaletica e accordi con i Comuni, si potrebbero sfruttare con queste finalità.
Un caso di eccellenza, che dimostra l’importanza di investimenti dedicati, è la Via Verde della Costa dei Trabocchi in Abruzzo: un percorso ciclabile che collega i comuni di Ortona e Vasto, intorno al quale sta crescendo un sistema turistico dedicato al cicloturismo.
Le Vie Verdi rappresentano un esempio positivo di recupero di un patrimonio dismesso come i vecchi tracciati ferroviari portati a nuova vita, oggi diventati sentieri ideali per praticare trekking e cicloturismo a contatto con la natura e la storia locale.
C’è poi la mobilità ferroviaria che gioca un ruolo cruciale nella promozione del turismo sostenibile e nella valorizzazione del nostro immenso patrimonio territoriale. Una best practice in Europa è FS Treni Turistici Italiani che si è resa protagonista nella promozione di un nuovo modo di viaggiare, offrendo collegamenti verso destinazioni turistiche anche meno note, capaci di soddisfare le esigenze di un pubblico sempre più attento all’ambiente e all’autenticità dell’esperienza.
Il suo obiettivo è sviluppare un turismo di qualità, sostenibile e di prossimità attraverso il recupero di circa 8mila chilometri di rete ferroviaria italiana formata da linee secondarie che andavano a toccare borghi ed aree interne, in un periodo in cui non c’erano strade e collegamenti e che oggi nessuno avrebbe altrimenti la possibilità di ammirare né in automobile né in bicicletta.