White Paper sulla mobilità sostenibile - IX Edizione

Come si muovono gli italiani: la sostenibilità è un privilegio?

Quanto influiscono reddito, urbanizzazione e infrastrutture sulla possibilità di spostarsi in modo sostenibile? E, soprattutto, questa sostenibilità è davvero per tutti? Sono queste le domande a cui cerca di dare una risposta il 21° Rapporto sulla mobilità degli italiani, pubblicato il 26 novembre 2024 e realizzato da ISFORT – Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, in collaborazione con il CNEL  – Consiglio Nazionale Economia e Lavoro. L’indagine dipinge un quadro che fa riflettere, frutto di 16.200 interviste alla popolazione italiana residente tra i 14 e gli 85 anni.

Le differenze sono lampanti già a livello territoriale. Nelle città metropolitane, il trasporto pubblico copre in media il 17,6% degli spostamenti. Nelle zone extraurbane o nei piccoli comuni, questa percentuale precipita al di sotto del 5%.

La ricerca mette poi in correlazione la frequenza nel ricorso a sistemi di mobilità sostenibile con la ricchezza dei territori. Quello che emerge è che la mobilità sostenibile, fatta di autobus, biciclette e percorsi a piedi, si concentra nei Comuni con redditi medi sopra i 25.000 euro, dove tocca il 39,6% degli spostamenti. Al contrario, nei territori più poveri, con redditi medi inferiori ai 15.000 euro, crolla al 20,6%. Qui, l’auto domina incontrastata, con effetti dannosi sia sull’ambiente che sulla qualità della vita.

Un fattore determinante nel generare questo divario è la presenza (o meno) di infrastrutture. Nel Nord Italia, le città metropolitane vantano una densità di piste ciclabili superiore a 66 km ogni 100 km². Nel Sud, questa scende a soli 6,5 km. Non sorprende che nel 2023 il trasporto pubblico, nelle metropoli, rappresenti il 12,6% degli spostamenti, in aumento rispetto al 10,5% del 2022. Al contrario, nelle aree periferiche questa quota è ben più bassa. Nei piccoli comuni, inoltre, l’auto è utilizzata dal 70% della popolazione, mentre pedoni e motociclisti rappresentano una minoranza.

La percezione dei mezzi di trasporto riflette ulteriormente queste disparità. Chi vive nelle città è spesso critico verso il trasporto pubblico, con solo il 31,9% degli utenti soddisfatti nel Centro-Sud. Mezzi privati come auto e moto, invece, raccolgono consensi elevati, soprattutto nei piccoli comuni, dove la soddisfazione per l’auto sfiora il 90%.

Anche il lavoro e l’età influiscono sulle scelte. I pendolari utilizzano sia mezzi di trasporto pubblico che privato, cercando un equilibrio tra praticità e sostenibilità. Gli studenti, invece, sono i più attenti all’uso dei mezzi pubblici, adottando uno stile di mobilità integrato ed ecologico. Le città più ricche e urbanizzate si distinguono per un accesso maggiore a trasporti sostenibili e integrati. I comuni meno sviluppati, specialmente nel Sud, restano invece bloccati in un circolo vizioso: carenza di infrastrutture, dipendenza dall’auto e conseguenze economiche e ambientali negative.

Il rapporto offre una lezione chiara: la sostenibilità nella mobilità non è ancora per tutti. Le disuguaglianze territoriali e sociali continuano a pesare. Ridurre questo divario richiede investimenti mirati nelle aree più svantaggiate, affinché la mobilità sostenibile diventi davvero accessibile, senza distinzioni di reddito o posizione geografica.

Distribuzione degli spostamenti per modo di trasporto nel 2023
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