Nella Dichiarazione di Glasgow si prendono in considerazione quei settori del trasporto per i quali, la transizione verso le emissioni zero sembra più difficile, come l’aviazione.
Il documento parte dalla considerazione che il traffico aereo, nonostante il blocco legato alla pandemia, crescerà a livelli record nei prossimi trent’anni: le previsioni dicono che nel 2050 saranno 10 miliardi i passeggeri a livello globale rispetto ai 4,5 del 2019.
La cooperazione internazionale è dunque essenziale per intervenire sulla graduale adozione di carburanti sostenibili derivanti da una serie di fonti quali oli esausti, rifiuti, colture non food, senza tuttavia impattare in maniera negativa la produzione alimentare e i delicati equilibri idrici ad essa connessi. Secondo IATA – International Air Transport Association – i combustibili sostenibili, potrebbero contribuire a diminuire le emissioni del settore entro il 2050 del 65%. La restante parte necessaria per l’ottenimento del zero emission target nel 2050 sarebbe raggiungibile tramite nuove tecnologie, ottimizzazione delle infrastrutture e misure di carbon capture. Anche l’elettrico si fa strada nei cieli come trazione alternativa, anche se per velivoli di dimensioni ridotte. Il biposto Pipistrel Velis Electro nel 2020 ha ricevuto la certificazione di volo dell’Unione Europea ed è stato il primo aereo elettrico a ricevere questo riconoscimento.
Spostandoci in Israele troviamo il modello Alice, prodotto dall’azienda Eviation, il primo aereo completamente elettrico pensato per i pendolari. Sviluppato per rendere il volo una soluzione sostenibile e conveniente per i viaggi regionali, Alice può trasportare nove passeggeri o 1,2 tonnellate di merce con un’autonomia di 800 Km. È vero, ancora poca cosa in confronto alle prestazioni degli aerei tradizionali, ma tutti i grandi viaggi iniziano con piccoli passi.