Verso l’economia circolare per le batterie

La batteria è indubbiamente la componente centrale del veicolo elettrico. Ne determina non solo la ricarica, l’autonomia e il peso, ma ha implicazioni anche sociali perché una batteria che dura di più, più agevole da caricare e soprattutto più sostenibile, genera una maggiore accettazione presso l’utente finale. Oggi, dal punto di vista tecnologico, uno dei temi “caldi“ delle batterie riguarda l’utilizzo e il riciclo di materie prime quali litio, nichel e cobalto in primis. Negli ultimi anni sono nate molte aziende e iniziative per migliorare i processi di produzione e recupero dei materiali e per poter preservare quelli vergini. Interessanti sono soprattutto quelle americane ed europee, indice degli sforzi per liberarsi dal monopolio cinese.

Tra le aziende statunitensi si citi Redwood Materials che punta a creare una catena di approvvigionamento circolare o “a circuito chiuso” recuperando e riciclando materie prime come cobalto, rame e nichel dalle batterie a fine vita. Redwood utilizza una combinazione di pirometallurgia – batterie trattate per rimuovere materiali organici e plastica indesiderati – e idrometallurgia con lisciviazione – tecnica industriale per separare uno o più componenti solubili da una miscela di sostanze tramite solvente – per dissolvere i metalli in una soluzione da cui poi recuperarli. Altro caso è quello della canadese Li-Cycle che si definisce un’azienda di recupero di risorse agli ioni di litio a circuito chiuso.

A differenza di Redwood, Li-Cycle aggira il processo di fusione e utilizza solo la lisciviazione per contribuire all’economia circolare recuperando oltre il 95% di tutte le materie prime presenti nelle batterie agli ioni di litio. In Europa, Aceleron, società con sede nel Regno Unito, utilizza una nuova tecnologia proprietaria per creare quelli che afferma essere i pacchi batteria al litio più sostenibili al mondo. Il concetto su cui si basa è quello dell’ecodesign: la realizzazione di batterie facili da smontare che incoraggiano il riutilizzo e supportano un’economia circolare.

Global Battery Alliance:
Il passaporto delle batterie, trasparenza di filiera

La Global Battery Alliance (GBA) del World Economic Forum, ha lanciato al G7 del 2021 la sua idea di un passaporto per le batterie. Il passaporto creerebbe una rappresentazione digitale di una batteria che fornirebbe ai consumatori un “sigillo di qualità” in termini di sostenibilità. La produzione di una batteria, dalla miniera al veicolo elettrico, comporta notevoli rischi sociali e ambientali. Questi spaziano dall’estrazione di minerali (lavoro minorile, condizioni di lavoro non sicure, diritti dei popoli indigeni sulle risorse), ai processi di produzione (impronta di CO2, uso dell’acqua, perdita di biodiversità, inquinamento) e hanno un impatto significativo sulla sostenibilità complessiva del prodotto finale. Il passaporto costituirebbe una rappresentazione digitale con informazioni su tutti i requisiti di sostenibilità e del ciclo di vita applicabili sulla base di una definizione completa di batteria sostenibile. Ogni passaporto sarebbe un gemello digitale della sua batteria fisica abilitata da una piattaforma digitale dedicata e offrirebbe una soluzione globale per la condivisione sicura di informazioni e dati. Per ora questa è una proposta ma se si dovesse realizzare contribuirebbe indubbiamente a creare trasparenza lungo la filiera.

Verso l’economia circolare per le batterie - Ultima modifica: 2022-02-14T10:39:00+01:00 da Repower
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