Secondo il Centro Studi Promotor, in assenza di interventi immediati ed efficaci, la previsione per il 2022 è di sole 1.500.000 immatricolazioni totali. Se così fosse – si legge in una nota – il triennio 2020-2022 conterebbe 4.339.708 auto immatricolate in Italia, con conseguente ulteriore invecchiamento del parco circolante.
I fattori che porterebbero il 2022 ad attestarsi a un livello così basso sarebbero, sempre secondo Centro Studi Promotor, gli stessi che hanno determinato i disastrosi risultati del 2021 e cioè:
- il persistere della pandemia;
- l’economia in recupero ma con molti settori e consumi ancora in difficoltà;
- la crisi dei microchip;
- il disorientamento degli acquirenti in vista di una transizione energetica che si annuncia, ma non decolla;
- il turbamento dei concessionari per la decisione di molte case automobilistiche di voler superare il sistema di distribuzione basato sulle concessionarie stesse.
Il recente fenomeno dell’inflazione, largamente riconducibile al caro energia, ha indebolito il potere d’acquisto del consumatore, contribuendo probabilmente al rinvio di spese non considerate incompribili, quali l’acquisto dell’auto.
