Piccola guida per scegliere più consapevolmente

La fake news – la “bufala” – non dorme mai. È sempre in agguato e al bisogno si modifica come una forma indistinta, evanescente. Motivo per cui anche in questa edizione del white paper, proponiamo una serie di pregiudizi comuni sulla mobilità sostenibile a due e quattro ruote con loro relativo “debunking”, ossia lo smascheramento.

L’obiettivo? Aiutare il lettore a districarsi tra ciò che è dato di fatto del mondo reale e i falsi miti sul settore della mobilità elettrica.

1. SECONDA MANO

Non esiste un usato nel mercato dell’elettrico

Oggi, una delle principali strade verso l’elettrificazione del mercato è rappresentata dalle flotte aziendali. Solo nel primo semestre 2022 questa categoria ha fatto registrare un +21,7% di vendite rispetto allo stesso periodo 2021, non solo perché l’auto elettrica è un modo per risparmiare sui costi di gestione e manutenzione, ma anche perché è una soluzione per rispettare gli obiettivi di sostenibilità che le aziende stesse si danno.

La conseguenza è stata doppia: da una parte la scelta di fleet management delle grandi aziende sta spingendo le case automobilistiche e le società di noleggio a convertire rapidamente l’offerta (ALD Automotive, tra le principali imprese di leasing e fleet managing al mondo, nel 2020 si era posta l’obiettivo di elettrificare almeno il 30% delle nuove auto entro il 2025, ma i suoi clienti hanno chiesto di più e già adesso ALD ha alzato il proprio target al 50%). Dall’altra, ed è per questo che le flotte vengono messe in relazione con il mercato dell’usato, con l’acquisto e/o noleggio di milioni di auto e furgoni ogni anno da parte di multinazionali e grandi aziende, altrettanti mezzi arrivano nel mercato dell’usato dopo poco tempo, rendendo così l’auto elettrica più accessibile anche ai privati. Secondo un’indagine online di AUTO1.com, la piattaforma B2B per le auto usate più grande in Europa, su oltre 16.700 partner relativa alle auto elettriche usate commercializzate nel 2021, ben il 34% dei partecipanti affermava di aver venduto almeno un veicolo elettrico usato nel corso del 2021. Un risultato incoraggiante destinato a crescere con la crescita del mercato BEV e PHEV.

2. RICARICA A CASA

Senza una wallbox domestica non si può possedere un’auto elettrica

Molti si chiedono se, senza un garage dotato di wallbox domestica per ricaricare l’auto, abbia senso possedere un’auto elettrica. In questo senso, è interessante citare l’esperimento condotto dalla redazione di VaiElettrico: utilizzare una VW ID.4 per 10 giorni senza possibilità di ricarica domestica e utilizzando solo le ricariche pubbliche e private incontrate lungo i tragitti quotidiani. Risultato? È possibile utilizzare un‘auto elettrica senza troppa difficoltà. Certo – affermano gli esperti – bisogna conoscere la posizione dei punti di ricarica vicino ai luoghi che si frequentano e organizzare i movimenti in base alla loro posizione e alla necessità di ricarica. Diventerà, comunque, sempre più agevole possedere un’auto elettrica anche senza la possibilità di ricarica domestica, considerando che l’autonomia dei veicoli cresce e i punti di ricarica aumentano. Infatti, come evidenziato nel capitolo 1 di questo White Paper, la rete in Italia è cresciuta di 10.748 punti di ricarica nel 2022.

3. PLAYER DI RIFERIMENTO

Le case automotive cinesi sono diventate leader globali nella vendita di auto elettriche

È vero che la società cinese BYD, sostenuta da Warren Buffett, nel primo semestre del 2022 è stata la casa automobilistica ad aver venduto più veicoli con spina, che però includono oltre alle elettriche anche le ibride plug-in. Ma se consideriamo solo le elettriche, Tesla è ancora saldamente al comando. Infatti, secondo i dati di InsideEvs, le Model Y e Model 3 della casa di Palo Alto trainano l’intero segmento e occupando le prime due posizioni delle TOP20 BEV al mondo (stato: novembre 2022). In particolare, è interessante il primato della Model Y che nei primi undici mesi del 2022 ha registrato 674.580 immatricolazioni, un primato ancora difficile da scalzare, sebbene questi dati arrivino “solo” fino a novembre 2022.

Le prime 5 auto elettriche più vendute al mondo nel 2022 (gen-nov)
Le 5 auto full electric più vendute al mondo nel 2022. La Tesla Model Y è il campione indiscusso
(Credits e Fonte: https://insideevs.it/)

4. IMPATTO DELL’ELETTRICO

Le auto elettriche non contribuiscono al miglioramento della qualità dell’aria

Recentemente l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA – European Environment Agency) ha pubblicato un nuovo rapporto sulle relazioni tra ambiente e trasporti (TERM) nel quale si evidenzia come le auto elettriche rappresentino davvero un passo in avanti nella mitigazione della crisi climatica e del problema della qualità dell’aria, soprattutto nelle aree urbane, rispetto alle auto con motori a combustione interna, sia a benzina che a diesel.

In contrasto con alcuni dubbi e incertezze espressi dall’opinione pubblica sui benefici ambientali delle auto elettriche, la scienza è sempre più chiara in tal senso.

Persino con il mix energetico attualmente in uso in Europa, che include ancora una notevole quantità di energia elettrica prodotta da fonti fossili, permangono evidenti vantaggi destinati ad aumentare ulteriormente, mano a mano che l’Europa aumenterà la quota proveniente dalle energie rinnovabili.

5. NUOVI LIMITI

L’istituzione delle Città 30 km/h non migliora la sicurezza stradale

Sta trovando spazio sempre più sui media italiani la decisione di alcune città di estendere sul proprio territorio ampie zone a 30 km/h. Se in Italia i pareri sul valore di questa misura per aumentare la sicurezza stradale in città sono discordi, in Belgio non hanno dubbi: a Bruxelles, per esempio, dove dal 1° gennaio 2021 si guida a 30 km/h come regola generale, l’Agenzia per la Mobilità ha reso noti alcuni dati e, considerando anche solo i primi sei mesi dall’introduzione della misura, si è verificata una riduzione del 20% di incidenti stradali e una riduzione del 25% del numero di feriti gravi e di morti. I dati sono stati paragonati con la media di quelli registrati tra il 2016 e il 2020. Ma non è solo questione di sicurezza. Secondo l’osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”, portare il limite di velocità massimo a 30 km/h in città non solo potrebbe ridurre gli incidenti stradali, ma potrebbe anche spingere i cittadini a scegliere maggiormente la bicicletta o le soluzioni di micromobilità , mentre secondo l’urbanista Matteo Dondè, con l’introduzione di un limite di velocità a 30 km/h gli automobilisti potranno beneficiare di tempi di percorrenza ridotti grazie a un minor traffico nelle strade. Infatti, nelle città del mondo in cui le strade sono state rese più sicure attraverso un abbassamento del limite di velocità a 30 km/h, le persone sono state incentivate a utilizzare maggiormente mezzi pubblici e di micromobilità per compiere i tragitti più brevi. In questo modo chi invece è costretto a prendere l’auto a causa di un tragitto troppo lungo, trova la strada meno congestionata.

Piccola guida per scegliere più consapevolmente - Ultima modifica: 2023-02-06T12:23:00+01:00 da Repower
PERCHÉ SERVONO CITTÀ A MISURA D’UOMO
La probabilità di sopravvivenza del pedone in funzione della velocità dell’auto.
FONTE: 2008 Speed management: a road safety manual for decision makers and practitioners. Transp. Ass. of Canada, 2011.
* Distanza necessaria per fermarsi con asfalto bagnato.
Lunghezza standard singola vettura: 5,6 m. Simulazione basata su un tempo di reazione medio del guidatore di 2,5 secondi, che rappresenta il 90esimo percentile dei guidatori.

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