Sessantacinque a Parigi, quarantanove a Monaco, trentacinque a Stoccolma: sono le ore medie che annualmente un cittadino trascorre nel traffico solo per recarsi al lavoro. La media europea è di 70 minuti al giorno. Fino ad oggi le aziende hanno fatto poco per risolvere questo problema e per lo più l’intervento si è limitato all’offrire un’auto aziendale che, se risolve in parte l’impatto economico per il dipendente, non risolve quello del tempo impiegato, del traffico, dello stress e del relativo inquinamento. Il tempo trascorso nel traffico va a discapito anche dell’azienda e della sua immagine: è tempo portato via alla produttività, non contribuisce alla flessibilità del dipendente, rende l’azienda meno attrattiva. In conclusione, sia i dipendenti che le aziende sono alla ricerca di maggiore flessibilità, sostenibilità e libertà quando si tratta di commuting. E gli sviluppi della micromobilità urbana aiutano in questa direzione: perché muoversi necessariamente in macchina quando sono a disposizione scooter o bicilette, magari elettriche, che meglio permettono di raggiungere l’obiettivo? E perché possedere un’auto se è possibile usufruire di un servizio di Mobility as a Service (Maas) o noleggiare un mezzo dove se ne ha bisogno? Non a caso un recente sondaggio Mercer, in risposta alla domanda su quali tipi di benefici i dipendenti trovano abbastanza o molto importanti, la mobilità (71%) emerge come la più importante. Ed è qui, allora, che le aziende possono distinguersi dalla concorrenza, affidandosi a modelli di trasporto flessibili per i dipendenti, che combinano la mobilità quotidiana e professionale, incorporando allo stesso tempo considerazioni sostenibili. Soprattutto nelle città, un nuovo modello di trasporto diversificato offrirebbe nuove opportunità per ridurre gli spostamenti motorizzati individuali e affrontare le sfide più urgenti come mancanza di spazio, traffico ed emissioni.
A conferma del ruolo fondamentale che l’intermodalità sta acquistando, ci sono recenti scelte strategiche di alcuni giganti della mobilità per ampliare in questa direzione la propria offerta. Ad esempio, si citi la decisione di Helbiz, leader nel noleggio a breve e medio termine, di fare una nuova partnership con myCicero, l’app di mobilità più diffusa in Italia e con la quale è possibile pagare il parcheggio e muoversi con il trasporto pubblico locale, i treni, le lunghe percorrenze su gomma, i taxi e a breve anche utilizzare i servizi di sharing. A partire dai primi mesi del 2022, l’app visualizzerà e permetterà il noleggio anche di tutti i mezzi Helbiz presenti nelle vicinanze dell’utente. Altra iniziativa di rilievo nel comparto è quella del Gruppo Telepass che con la sua piattaforma di servizi integrati Telepass Pay permette ora di ricaricare l’auto elettrica e accedere ai servizi di sharing mobility per scooter, biciclette e monopattini elettrici.