Con una maggioranza di oltre due terzi, a ottobre 2022 il Parlamento europeo ha fissato l’obiettivo per l’uso di combustibili rinnovabili da parte delle navi marittime al 2% del carburante totale utilizzato entro il 2030 e sta cercando di imporre l’uso di energia elettrica a terra per le navi container e passeggeri all’ormeggio nei porti. Il Parlamento ha anche aumentato alcuni degli sbarramenti proposti dalla Commissione europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra delle navi operanti nell’UE da oltre 5.000 tonnellate di stazza lorda che dovranno ridurre le emissioni del 2% entro il 2025, del 20% entro il 2035 e dell’80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2020. Le limitazioni si applicherebbero al 100% dell’energia utilizzata sulle navi in navigazione o in transito tra due porti dell’UE e al 50% dell’energia utilizzata nei viaggi con porti di partenza o di arrivo al di fuori dell’UE.
Il Parlamento ha votato anche a favore dell’introduzione di sanzioni contro gli operatori che non rispettano gli obiettivi, i cui proventi saranno destinati a un fondo per sostenere la decarbonizzazione marittima, l’efficienza energetica e lo sviluppo di tecnologie di propulsione a zero emissioni. Una decisione definita da T&E come “l’inizio della fine per i combustibili fossili nell’industria navale europea”, anche se il 2% è stato giudicato come un limite poco ambizioso. Tra i carburanti più verdi per il trasporto marittimo, T&E annovera anche quelli prodotti da energia elettrica rinnovabile, come l’idrogeno verde e l’ammoniaca, che può essere bruciata in un motore o utilizzata in una cella a combustibile per produrre elettricità.