I nuovi scenari da post pandemia e guerra in Ucraina hanno evidenziato l’importanza di una maggiore autonomia energetica nazionale. Secondo uno studio svolto da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Gruppo A2A e presentato a settembre 2022 al 48° Forum di Cernobbio, l’Italia è uno dei Paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa, producendo sul proprio territorio solo il 22,5% dell’energia consumata nel Paese, a fronte di una media europea del 39,5%.
Questo valore posiziona l’Italia al 23° posto a livello europeo, davanti solamente a Malta (2,7%), Lussemburgo (5,0%), Cipro (7,2%) e Belgio (22,4%). Un posto non esattamente al sole.
Eppure, di sole in Italia ve ne è parecchio tanto che la disponibilità sul territorio di fonti rinnovabili posiziona l’Italia al secondo posto in UE, dopo la Francia. Limitandosi al solare, la valorizzazione delle opportunità di sviluppo potrebbe generare un incremento di 105,1 GW, quasi 5 volte la capacità oggi installata. A queste si potrebbero aggiungere 21,1 GW di eolico (quasi 2 volte la capacità oggi installata) e 3,3 GW di idroelettrico (oltre 20% della capacità oggi installata). Secondo il rapporto, questa ottimizzazione consentirebbe quasi di triplicare l’autonomia energetica italiana fino al 58,4%.