Ogni anno, il settore dei trasporti consuma in Europa 288 milioni di tonnellate di combustibili fossili. E se il trasporto ferroviario dipende per il 23% da questo tipo di fonte, per i mezzi su gomma la percentuale sale drasticamente al 93%. È chiaro, dunque, come l’elettrificazione del mondo della mobilità rappresenti una priorità all’interno del piano REpowerEU. Vi si afferma infatti: «i settori chiave per significativi risparmi a breve termine, oltre a quelli del riscaldamento nelle abitazioni e dei servizi, sono quelli di trasporti e mobilità». In questo senso, il Piano suggerisce una serie di azioni immediate per ottenere riduzioni nel consumo dei combustibili fossili, come:
- restrizione all’uso di auto private nei contesti urbani e del trasporto aereo;
- promozione del trasporto ferroviario;
- riduzione della velocità massima in autostrada;
- realizzazione nelle aree urbane di campagne a favore della mobilità a piedi e in bicicletta, con i trasporti pubblici e con la micromobilità.
Al contempo, il Piano promuove l’ascesa della mobilità elettrica in diversi modi, in primis attraverso un quadro normativo che porti le case automobilistiche a produrre veicoli a basse emissioni. In questo contesto va citata la decisione che probabilmente più di tutte disegnerà il volto della futura mobilità europea, una scelta di policy indicata da molti come “senza precedenti”, che davvero segnerà l’inizio dell’era elettrica nella mobilità: a ottobre 2022 Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto l’accordo sul bando ai motori termici entro il 2035 per auto e furgoni nuovi. Un viaggio che era iniziato nel luglio 2021, quando la Commissione aveva presentato, nel quadro del pacchetto “Fit for 55”, un dossier con la revisione delle regole sulla emissione di CO2 e che aveva visto l’Italia come capofila in Europa contro lo stop al motore endotermico. Questi i principali punti del nuovo accordo:
- obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 55% per le autovetture nuove e del 50% per i furgoni nuovi entro il 2030 rispetto ai livelli del 2021;
- obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 100% sia per le autovetture nuove che per i furgoni nuovi entro il 2035.
Quindi, a partire dal 1° gennaio 2035, le autovetture e i furgoni nuovi immessi sul mercato UE dovranno essere esclusivamente a emissioni zero con grandi benefici per l’inquinamento atmosferico e per il settore dell’auto elettrica, che amplierà il suo mercato dell’usato, velocizzerà la transizione verso modelli sempre più economici e rafforzerà la creazione di nuovi posti di lavoro nell’automotive.
Nel 2026 ci sarà da parte della Commissione una prima verifica sugli effetti di questa decisione durante la quale si esamineranno i progressi relativi al raggiungimento degli obiettivi fissati di riduzione delle emissioni. La decisione ha ricevuto riscontri anche da parte di ACEA (European Automobile Manufacturers Association) – dal 1° gennaio 2023 guidata da Luca de Meo, attuale amministratore delegato del Gruppo Renault – che ha espresso un sostegno all’elettrificazione (sostenibile) del mercato ma anche un rinnovato focus sulla neutralità tecnologica, intesa come il non trascurare altre soluzioni, oltre all’elettrico, comunque in grado di abbattere drasticamente le emissioni inquinanti, a cominciare dall’ibrido e dai carburanti sintetici.