Nel passaggio dai motori a combustione interna ai veicoli elettrificati si pensa spesso che i veicoli elettrici siano un elemento che creerà problemi alla rete elettrica, causando sovraccarichi e possibili blackout. Ma non è così: la vera sfida che la rete elettrica deve affrontare è quello del bilanciamento tra domanda e offerta, un fattore che vede entrare in relazione veicoli elettrici, prodotti cloud e hardware. Le nuove tecnologie della ricarica bidirezionale sono accompagnate dallo sviluppo di sistemi di ricarica intelligente che permettono la condivisione di dati tra veicolo e rete tramite il cloud. A differenza dei dispositivi di ricarica tradizionali (o muti) che non sono collegati al cloud, la ricarica intelligente consente al proprietario della stazione di ricarica di monitorare, gestire e limitare l’uso dei propri dispositivi da remoto per ottimizzare il consumo energetico. Le auto elettriche collegate alla rete con la ricarica intelligente creano una simbiosi con essa. Senza la ricarica intelligente, questa connessione non esisterebbe e i veicoli elettrici potrebbero diventare davvero un peso per la rete.
Molte case automobilistiche vedono in questa integrazione la risposta alla necessità di bilanciare l’intermittenza delle fonti rinnovabili e in questo senso stanno aumentando gli investimenti di ricerca e sviluppo e i progetti di collaborazione tra produttori di energia elettrica e gestori delle reti. Ad esempio, nella regione dell’Occitania (Francia) il progetto Flexitane, gestito dall’agenzia Ad’Occ, dall’Ademe (l’agenzia francese per la gestione dell’ambiente e dell’energia) e da EDF, è un test su scala reale di un servizio di stazioni di ricarica V2G bidirezionali. Anche il Gruppo Renault sta sviluppando le proprie soluzioni V2G dopo aver condotto esperimenti su larga scala di ricarica bidirezionale e a corrente alternata nei Paesi Bassi e in Portogallo, mentre Nissan e Mitsubishi si stanno concentrando su servizi V2G dedicati alla ricarica in corrente continua.
Forse la trasformazione più interessante viene da General Motors (GM), chiaro esempio di un costruttore di auto che entra nel business dell’energia lanciando una nuova linea di prodotti energetici per i proprietari di case, le aziende e i servizi di pubblica utilità e mettendo così in campo una nuova offensiva EV progettata per generare entrate oltre alla produzione e alla vendita di veicoli elettrici. La linea di prodotti sarà ospitata da una nuova unità aziendale denominata GM Energy e coprirà l’intera gamma dei veicoli elettrici, compreso lo stoccaggio di energia stazionario, l’energia solare grazie a una partnership con SunPower e la tecnologia di ricarica bidirezionale per fornire energia dal veicolo alla casa o alla rete.
La proposta di GM ai consumatori non riguarda solo la possibilità di sfruttare l’accumulo stazionario per tenere accese le luci di casa o energia solare per ricaricare il proprio veicolo elettrico, ma consentirà ai consumatori di vendere l’energia dai loro veicoli elettrici e dalle batterie di accumulo stazionarie alle aziende elettriche durante i periodi di picco e di alto consumo energetico.
GM Energy ha già avviato un progetto pilota con Pacific Gas and Electric Company che consente ai clienti residenziali di utilizzare i propri veicoli elettrici compatibili, insieme a una ricarica bidirezionale, come energia di riserva per le esigenze domestiche essenziali durante le interruzioni di corrente di breve durata. Le società prevedono di espandere il servizio vehicle-to-home nel 2023 a un sottoinsieme di clienti residenziali.
La nuova business unit ha anche sviluppato un prodotto cloud che ospita dati e software di gestione e aiuta a collegare tutti questi prodotti hardware e, in ultima analisi, a bilanciare la rete elettrica fornendo un incentivo ai proprietari di veicoli elettrici. Infine, ha sviluppato batterie su larga scala per le utility e celle a combustibile a idrogeno. Lo ha dichiarato Travis Hester, vicepresidente delle operazioni di crescita EV di GM, in una recente intervista alla rivista TechCrunch.