Il forte aumento delle vendite globali di veicoli elettrici ha permesso a quasi tutti gli OEM di aumentare le proprie vendite nel primo semestre del 2022, ma il vero “miracolo” lo ha fatto il produttore cinese BYD Auto che ha visto un incremento del 320% rispetto al primo semestre del 2021. Il successo di BYD è esemplificativo di quanto la Cina sia diventata nel giro di dieci anni leader di settore, mettendo da parte il motore a scoppio.
Tra il 2015 e il 2020 lo stock di veicoli elettrici è passato da 0,3 a 4,5 milioni e nel 2020 il 44% delle auto elettriche del mondo circolava in Cina. Oggi quattro produttori cinesi sono tra i primi dieci a livello mondiale BEV – BYD (10% della quota di mercato mondiale), BJEV (7,1%), SAIC e Geely (3,4% ciascuno) – mentre nella classifica dei produttori di auto tradizionali i primi dieci sono tutti non cinesi. Fino al 2006, nessuna impresa cinese figurava tra le prime 20 richiedenti brevetti in ambito di mobilità elettrica a livello mondiale. Dieci anni dopo, la metà dei primi 20 richiedenti proviene dalla Cina. Per gli autobus elettrici la Cina deteneva nel 2019 il 98% dei 513.000 autobus elettrici in funzione nel mondo. E per le batterie, il 73% della produzione mondiale di celle per batterie agli ioni di litio è concentrato in Cina.
Questi risultati sono il frutto del piano Made in China 2025 nel quale i “veicoli a nuova energia” vengono definiti come uno dei sette settori strategici emergenti. Il piano prevede un pacchetto di politiche che comprende misure rivolte alle imprese, sussidi all’acquisto per i consumatori, appalti pubblici e incentivi per la ricerca.