Se oggi l’obiettivo della UE non può che essere quello di trovare altri fornitori per sostituire velocemente le fonti fossili provenienti dalla Russia, nel lungo periodo la strategia deve mirare a una maggiore indipendenza energetica, che metta al riparo l’Europa da una eccessiva dipendenza da Paesi terzi. A maggior ragione questo è importante per l’Italia la cui dipendenza energetica – intesa come le importazioni nette di energia (importazioni meno esportazioni diviso per il consumo interno lordo di energia più il carburante fornito ai bunker marittimi internazionali, espresso in percentuale) – nel 2020 era del 73,5% contro una media europea del 57,5%. Stefano Donnarumma, AD di Terna, afferma in una intervista: «L’unica vera alternativa al gas russo è costituita dalle rinnovabili». L’UE sta facendo un tentativo considerevole per aumentare la propria quota di energie rinnovabili facilitando la burocrazia per l’installazione di nuovi impianti, incrementando l’uso del biogas e puntando a quadruplicare l’uso dell’idrogeno verde entro il 2030.
L’avvento della mobilità elettrica contribuisce all’espansione di questo tipo di fonte perché quasi sempre si chiede che le colonnine di ricarica siano alimentate da energia rinnovabile. In generale, la crisi energetica globale ha innescato una crescita senza precedenti a favore delle energie rinnovabili.
Secondo il rapporto di IEA “Renewables 2022”, nei prossimi 5 anni il mondo aggiungerà tanta energia rinnovabile quanta ne ha installata negli ultimi 20 anni: parliamo di una crescita di 2.400 gigawatt (GW) nel periodo 2022-2027, una quantità pari all’intera capacità energetica della Cina di oggi, superando così il carbone come principale fonte di generazione di elettricità e contribuendo a mantenere viva la possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. Le preoccupazioni per la sicurezza energetica causate della guerra russo-ucraina hanno spinto i Paesi a velocizzare la propria transizione energetica verso le rinnovabili.
In questo senso, il rapporto della IEA non lascia spazio a dubbi: le rinnovabili sono destinate a diventare la principale fonte di elettricità globale entro l’inizio del 2025. Oltre all’Europa, la revisione al rialzo nel prossimo quinquennio include anche Cina, Stati Uniti e India, Paesi che stanno attuando pesanti riforme normative: si citi su tutte l’Inflation Reduction Act, con cui l’amministrazione Biden investirà circa 369 miliardi di dollari per ridurre le emissioni di carbonio made in U.S.A di circa il 40% entro il 2030 e aumentare quindi la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il rapporto IEA sottolinea in particolare l’emergere di una diversificazione nelle catene di fornitura del fotovoltaico, con nuove politiche negli Stati Uniti e in India che dovrebbero incrementare gli investimenti nella produzione di energia solare fino a 25 miliardi di dollari nel periodo 2022-2027.
A livello mondiale, lo scenario accelerato richiede sforzi per risolvere i problemi della catena di approvvigionamento, espandere le reti elettriche investendo nella loro flessibilità per gestire in modo sicuro quote maggiori di energie rinnovabili intermittenti. Anche l’efficienza energetica gioca un ruolo importante per affrontare la crisi.
Come si afferma nell’ultimo rapporto IEA “Energy Efficiency 2022”, i miglioramenti nell’efficienza energetica hanno subito un’accelerazione nel 2022, poiché i governi e i consumatori hanno risposto alle interruzioni dell’approvvigionamento di carburante e ai prezzi record con politiche e misure per un uso più oculato dell’energia, indicando un potenziale punto di svolta dopo diversi anni di stagnazione. Nel 2022 l’economia globale ha utilizzato l’energia in modo più efficiente del 2% rispetto al 2021, un tasso di miglioramento quasi quattro volte superiore a quello degli ultimi due anni. Gli investimenti globali in efficienza energetica – come le ristrutturazioni degli edifici, i trasporti pubblici e le infrastrutture per le auto elettriche – sono aumentati del 16%.
Evoluzione dei prezzi del gas nell’UE. L’andamento del prezzo del gas nel 2022 ha fatto registrare una fortissima volatilità, come non si era mai visto negli anni precedenti