Tra le strategie messe in atto dall’UE per assicurarsi una leadership nei settori chiave della transizione verso una mobilità a emissioni zero vi è la volontà di sostenere lo sviluppo industriale, combinando competenze europee all’avanguardia, forza finanziaria e un approccio intersettoriale per sviluppare una capacità produttiva competitiva e sostenibile e per assicurare la disponibilità di minerali strategici. Si spiega così il finanziamento di numerosi progetti di ricerca attraverso la fondazione di associazioni come la European Battery Alliance, che riunisce più di 120 stakeholder rappresentativi dell’intera supply chain nel settore delle batterie con l’obbiettivo di creare un’alleanza e conquistare una quota significativa del mercato globale.
Per una sola batteria da 60kWh agli ioni di litio sono necessari circa 6 kg di litio, 8 kg di cobalto, 29 Kg di nichel oltre a rame, alluminio, ferro, manganese, grafite. Se si pensa che da qui al 2030 il numero di batterie per veicoli elettrici crescerà di almeno 6 volte, allora si può comprendere la portata della sfida della carenza di materie prime in Europa.
Il ciclo di vita di una batteria in un’ottica di economia circolare

Affinché il settore dei veicoli elettrici e delle batterie sia sostenibile e sempre meno dipendente da forniture estere, è necessario recuperare le materie prime dal processo di produzione delle stesse, nel modo più sostenibile possibile. In questa direzione si stanno muovendo sempre più aziende, tra tutte segnaliamo due casi significativi entrambi provenienti dal Nord Europa.
In primis, Fortum, azienda leader in Europa nel settore dell’energia e precursore nella tecnologia di riciclo delle batterie, aprirà nel corso del 2023 un nuovo impianto di riciclo in Finlandia basato su una nuova tecnologia di idrometallurgia a basse emissioni di carbonio e contemporaneamente sta spingendo sull’espansione in Germania con l’obiettivo di soddisfare la crescente domanda di materie prime per batterie da parte dell’industria automobilistica europea.
In secondo luogo, Hydrovolt, joint venture tra la società norvegese di energia e alluminio Hydro e il produttore svedese di batterie Northvolt, che a maggio 2022 ha avviato le operazioni commerciali di riciclo presso l’impianto di Fredrikstad (Norvegia) con una capacità di trattamento di 12.000 tonnellate di pacchi batteria all’anno, ovvero circa 25.000 batterie EV, un quantitativo sufficiente per coprire l’intero mercato delle batterie a fine vita in Norvegia. Hydrovolt sostiene di poter recuperare il 95% dei materiali utilizzati in una batteria EV, tra cui plastica, rame, alluminio e la “massa nera”, una polvere contenente i vari elementi presenti nelle batterie agli ioni di litio: nichel, manganese, cobalto e litio. Le aziende coinvolte nella joint venture beneficeranno entrambe dei flussi di materiali risultanti. Hydro avrà accesso all’alluminio riciclato e Northvolt riuserà gli altri materiali che possono essere estratti dalla massa nera e riutilizzati nella produzione di nuove batterie.